Di libro in libro...

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Ecco, solo questo volevo dirti. Le tue spalle non saranno mai come quelle di nessun altro per me. Quando sei tu a darmi le spalle, è la vita che mi dà le spalle. Perdonami. E se puoi riprendimi con i miei difetti. Abbracciami così. Come io farò con te. Saranno i nostri abbracci a cambiarci. Io ti voglio bene come sei, fallo anche tu, anche se non sono perfetta. Vorrei che la tua panchina diventasse nostra: due cuori e una panchina. Come vedi mi accontento di poco...
Ieri ho concluso la lettura di Bianca come il latte rossa come il sangue, primo romanzo di Alessandro D'Avenia. Che io ho - giustamente - letto per secondo. Ma poco importa: la storia non ha nulla a che vedere con quella di Cose che nessuno sa, e anche i personaggi sono totalmente diversi. Eppure c'è un motivo per cui mi sento di consigliare, a chi di voi dovesse ancora leggerli, di seguire l'ordine cronologico di pubblicazione. Questo è un romanzo d'esordio e, per quanto splendido, rimane ancora un po' acerbo, passatemi il termine. La storia è senza dubbio coinvolgente, commovente e magistralmente svelata, riga dopo riga, pagina dopo pagina, risultando in una lettura piuttosto piacevole. Però c'è qualcosa nello stile della scrittura - l'idea di utilizzare la prima persona, mostrando al lettore il punto di vista e i pensieri di un adolescente ribelle e innamorato, forse - che suggerisce una certa incompiutezza, non so come spiegarlo. Cose che nessuno sa, invece, è un romanzo davvero completo, maturo: la storia, i personaggi, la lingua, lo stile, i temi. D'Avenia è riuscito a migliorare, col secondo romanzo, una partenza già ottima. Va bene, è risaputo che con le recensioni non ci so fare, quindi mi fermo qua. Concludo con una cosa che non mi stancherò mai di dire: leggeteli, leggeteli, leggeteli! Non ve ne pentirete.


Dodici premi Nobel per la letteratura si raccontano: il mestiere di scrittore, l'impegno politico (e i rischi che a volte comporta), il rapporto e i conflitti con la famiglia d'origine e con le proprie radici. Storie di uomini e donne ordinari e al tempo stesso eccezionali che, giorno dopo giorno, reinventano la realtà aiutandoci a comprenderla e a mettere ordine nelle nostre vite.
(Terre di mezzo Editore, 2012. Traduzione: Sara Crimi, Alberto Frigo.) 


Chiuso il capitolo D'Avenia - portando i suoi personaggi sempre nel cuore, in attesa di un suo terzo romanzo - mi avventuro alla scoperta di un libro che non mi sarei mai aspettata di avere tra le mani: I nobel per la letteratura si raccontano. Non è che i miei sentimenti nei confronti della letteratura siano assimilabili a quello che viene comunemente definito "amore", ma chissà, mai dire mai. Il fatto è che oggi sono stata da mia cugina, traduttrice affermata, che ha pensato bene di passarmelo. L'ha tradotto lei, ovvio che accetto. E, se la vediamo in quest'ottica, mi interessa eccome. Anzi, penso proprio che comincerò subito la lettura.

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1 commenti

  1. Mia madre, osservando il libro sui Nobel per la letteratura: "Steinbeck Garcia Marquez Hemingway...?? -Che titolo strano!"

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