Attentato di Parigi, alcune riflessioni

18:43

Lasciando ancora un po’ nel limbo il post che avevo in mente di pubblicare nei giorni scorsi – prima o poi arriverà anche lui... – stasera vorrei condividere con voi alcune riflessioni di noti scrittori italiani sui fatti di Parigi. Sono state in buona parte recuperate da un articolo pubblicato da Libreriamo (lo trovate a questo link), che riporto fedelmente. L’unica eccezione riguarda le “quote rosa”: seguo suor Roberta Vinerba su Facebook e il suo post di qualche giorno fa mi aveva colpito, quindi ho deciso di aggiungerlo alla lista dei pensieri che condivido su quanto accaduto, sostituendolo a quello di Roberto Saviano che invece compariva nell'articolo originale.


MASSIMO GRAMELLINI è intervenuto nel corso del programma “Che tempo che fa”, dando vita ad un toccante monologo sul tema. Eccolo di seguito.

“Siamo nella fase dell’indicibile. In nome di cosa è successo tutto questo? Può esistere un Dio che vuole che gli esseri umani ammazzino altri esseri umani innocenti? Il problema non è Dio, ma le persone che si sono autonominate suo portavoce. La prima reazione di tutti noi è stata la rabbia, la voglia di andare laggiù e spaccare tutto, come accaduto l’11 settembre. È una reazione inutile, perché lo Stato Islamico non è il Terzo Reich: se uccidi il califfo non finisce tutto.

Per superare la rabbia, dobbiamo avere il coraggio di essere più forti della paura. Questa guerra non la vinceremo lanciando bombe o alzando muri, ma restando fermi, lucidi e giusti. Di errori in Medio Oriente ne abbiamo fatti fin troppi. Dobbiamo restare dentro l’albero della Democrazia. È grottesco combattere il Terrore rinnegando i valori che vogliamo difendere, scritti nelle nostre Costituzioni.

Il coraggio non dobbiamo averlo solo noi, ma gli immigrati ed i rifugiati islamici, isolando e denunciando gli estremisti. Una volta che decidono di venire a vivere in Occidente, i loro fratelli siamo diventati noi. Se sei venuto in Europa, non puoi più coprire con l’omertà chi non crede nella tolleranza e lo Stato laico, i nostri valori. Solo tutti insieme possiamo trasformare questa difficile convivenza in una vera integrazione”.


ALESSANDRO D’AVENIA per commentare l’increscioso episodio di terrorismo ha scelto di riprendere una pagina del suo libro “Bianca come il latte rossa come il sangue”. Ecco l’estratto.

“Incenerire i sogni. Bruciare i sogni è il segreto per abbattere definitivamente i propri nemici, perché non trovino più la forza di rialzarsi e ricominciare. Non sognino le cose belle delle loro città, delle vite altrui, non sognino i racconti di altri, così pieni di libertà e di amore. Non sognino più nulla. Se non permetti alle persone di sognare, le rendi schiave. E io, saccheggiatore di città, adesso ho bisogno solo di schiavi, per regnare tranquillo e indisturbato. E così, non rimanga parola su parola. Ma solo bianca cenere dei sogni antichi. Questa è la distruzione più crudele: rubare i sogni alla gente. Lager pieni di uomini bruciati con i loro sogni. Nazisti ladri di sogni. Quando non hai sogni li rubi agli altri, perché non li abbiano neanche loro. L’invidia ti brucia il cuore e quel fuoco divora tutto.”


ERRI DE LUCA decide di affidarsi ad una lettera rivolto ad un’amica per manifestare il suo punto di vista in merito agli episodi del 13 novembre. Eccone alcuni estratti.

“Sono dalla parte di ogni perseguitato per antica scelta di campo. Sulla Palestina sto dalla parte del popolo palestinese, oppresso da parte israeliana e oppresso dalla sua dirigenza. Subisce un doppio torto, da fuori e da dentro. Ma non sto con Hamas, né con l’Isis che sta prendendo piede a Gaza e che combatte insieme a Hamas contro il governo egiziano. Non sto dalla parte del governo israeliano. Anche il popolo di Israele soffre di un governo non interessato alla soluzione pacifica. Sia l’autorità palestinese che Netaniahu sono anzi legittimati dalla continuazione del conflitto.

Ho scritto delle righe per Gerusalemme, non per gli Ebrei. Ho scritto per una città minacciata da se stessa, perché chi compie attentati suicidi è un cittadino di quella città, proviene da uno dei suo quartieri. Scrivo da uno dei miei punti di vista sghembi, da un angolo stretto, non da una terrazza panoramica. Ho scritto in questo caso dal piano stradale di quel luogo febbrile, dove tre religioni monoteiste si sono sovrapposte una sull'altra da millenni. Non scelgo tra i feriti i preferiti. Considero ferito a morte, prima ancora di venire ucciso, il ragazzo che accoltella un suo concittadino preso a caso.

Questo è solo il mio punto di vista, non è un manifesto in cerca di firme e di consenso. Chi è in disaccordo può dirmi che mi sbaglio, che non apprezza quel punto di osservazione della realtà, e finisce lì”.


Per concludere, suor ROBERTA VINERBA dice ciò che più mi sento di condividere, in ogni singola virgola:

“I morti sono tragicamente veri. Sono veri quelli di Parigi come quelli del Kenya. Siamo inorriditi, giustamente, dai morti di Parigi. Vorrei, anche io, esserlo per tutti i morti che non fanno cronaca, di quelle nazioni per le quali nessuno, su Facebook colora dei colori della bandiera il proprio profilo. Ma siamo inorriditi per questi poveri innocenti vittime di una violenza diabolica... Oppure siamo solo spaventati perché finalmente abbiamo capito che ha ragione Papa Francesco, ovvero che siamo nella terza guerra mondiale? Perdonatemi ma non sopporto la macchina della retorica che sta dilagando. I morti sono tutti uguali. E lo sdegno dell'occidente, lo stesso che si vergogna delle proprie radici, che immerge un Crocifisso nella pipì vaneggiando sull'arte... Beh... Ma che ci vogliamo sdegnare? I terroristi sono giovani... Chiediamoci se ai nostri giovani abbiamo dato valori, principi, sogni, orizzonti per i quali vivere e morire, oppure gli abbiamo dato i capricci perversi, viziosi e decadenti di una civiltà corrotta... E davanti ai morti di Parigi neppure sappiamo fare autocritica... Dio abbia misericordia di noi, dei morti di ogni giorno, dei carnefici di ogni dove.....”

Non ho davvero altro da aggiungere, spero solo che questo post aiuti anche voi a riflettere, come sta aiutando me. Concludo con un’immagine che viene dal web e, sono sicura, riflette il desiderio più profondo del cuore di tutti voi, come del mio.




Buona serata a tutti e a presto!

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