Ma tu sei la mamma e non dormi mai

19:08

Meno male che scrivendo il mio primo (e ultimo) post del 2019 mi auguravo fosse l'inizio di una nuova stagione per il blog. Invece siamo ormai a fine giugno e qui non ho combinato proprio nulla. La verità è che in questi mesi penso di aver iniziato almeno duemila post, sui temi più disparati, tutti rigorosamente nella mia testa. Poi le idee svanivano, le parole si dissolvevano, e nero su bianco finiva che non ci riuscivo mai a metter nulla, se non poche frasi sconclusionate. Credo sarà la fine che farà anche questo ennesimo tentativo, ma magari sarà più fortunato dei suoi predecessori, chissà. Se state leggendo vuol dire che è davvero un post fortunato, yuppy. 

Già il titolo penso sia tutto un programma. Ma attenzione: se pensate che io stia per produrmi in uno dei miei proverbiali monologhi infarciti di lamentele e autocommiserazione alla ma-che-ne-sanno-le-non-madri-io-non-dormo-da-anni, vi sbagliate. Cioè, se stessi scrivendo questo post solo nella mia testa e nel cuore della notte, dopo l'ennesimo risveglio, allora probabilmente non sareste lontani dalla verità. Ora però è pomeriggio, c'è un bel sole, e il marito (sant'uomo, il marito) ha portato i bimbi a fare un giro in bici, quindi io sono davanti al pc, più rilassata che mai. Si fa per dire.

In questo frangente di pace, riesco persino a ragionare abbastanza lucidamente da riconoscere in tutta onestà che la vita - anche e soprattutto quella di una mamma - è davvero bella e degna di essere vissuta a pieno, senza risparmiarsi mai, nonostante la reale mancanza di sonno di cui si può soffrire per svariati mesi, se non anni, dopo l'inizio di quella grande avventura chiamata maternità. Ciò non toglie che se becco quello che ha composto il testo della famosa Ninna nanna del chicco di caffè lo strozzo. Poteva dircelo chiaramente che "Ma tu sei la mamma e non dormi mai" non era una frasetta messa lì tanto per far rima con la formica che si riposa ormai, bensì una sacrosanta verità. Eh eh. Io che sono tonta e sempre, puntualmente in ritardo su tutti i fronti, ci ho messo quasi 4 anni per maturare questa consapevolezza e tuttavia non riesco ancora a rassegnarmi e pur di dormire le penso tutte. Niente da fare però: il compito della mamma non è dormire, ma vigilare, custodire, amare.

Amare. Anche quando sei a letto da sì e no mezz'ora e non hai ancora fatto in tempo a chiudere gli occhi che senti già il primo di una lunga serie di reclami di tetta notturni.  Amare. Anche quando provi a rimettere l'infante nel suo lettino per qualcosa come tre quarti d'ora senza il benché minimo successo. Amare. Anche quando ti ritrovi sacrificata in un minuscolo spazio vitale corrispondente a circa un miliardesimo della superficie del tuo letto, con un figlio a destra e l'altro a sinistra, tipo sandwich. Amare. Anche quando uno fa pipì nel lettone, inondandoti, e l'altro, per fraterna solidarietà, la fa non si sa come fuori dal pannolo.

Per mia indole, in tutti i suddetti casi (e in molti, moltissimi altri ahimè) tendo a perdere le staffe un po' troppo facilmente. Mi si chiude la vena diciamo. O, meglio, mi incazzo a morte. Per questo sono qui ora: per ricordare alla me stessa medesima di stanotte e delle notti di non-sonno che verranno quanto sia bello in realtà potersi prendere cura di creature tanto preziose, quanto fragili. Essere mamma è un mestiere tutt'altro che facile. Al di là del fatto che "nessuna nasce imparata", penso proprio che non ci sia un modo giusto e uno sbagliato di essere mamma. Ognuna lo è a modo suo, si spera sempre al meglio delle sue capacità. Certo non c'è manuale di istruzioni che tenga, diffidate assolutamente da chi ve ne promette uno: vi sta vendendo aria fritta. 

Temo però che anche il famoso "la mamma sono io e solo io so cosa è giusto per il mio bambino", che va tanto di moda ultimamente, non sia poi così vero. A volte un po' di sana umiltà nell'ascoltare pareri esterni penso ci farebbe proprio bene. Almeno, io di certo non rientro nella categoria della mamma autoreferenziale, sempre sicura di sé e di ciò che va bene per i suoi figli. Una critica fine a se stessa o un consiglio non richiesto che sa tanto di giudizio accusatorio infastidiscono, certo (o fanno incazzare di brutto, a seconda di chi li riceve), ma una critica costruttiva o una condivisione di racconti ed esperienze vissute possono aiutare a vedere le cose da un'altra prospettiva e, magari, ad aggiustare il tiro. Senza contare il fatto che sapere com'è andata ad altre mamme, a me di solito conforta parecchio. Mi fa sentire meno sola, ecco.

In questo senso mi sento di consigliarvi assolutamente un libro che io ho trovato, allo stesso tempo, leggero e profondissimo, esilarante e toccante. Mi ha fatto ridere tanto e riflettere ancora di più. E il finale poi...uno spettacolo! Mamme e papà (anche in dolce attesa), se siete alla disperata ricerca di una lettura veloce che vi tenga un po' di compagnia durante le ferie, allora andate sul sicuro e scegliete la genialità della famiglia Pozzoli. Non sto a spiegarvi chi sono perché la loro fama li precede, ma nel caso remoto in cui non abbiate mai sentito parlare di loro, googlateli e saprete. Chi googla trova.

Ah, il libro. Giusto un dettaglio mi stavo dimenticando. Eccolo qui:



L'amore si moltiplica.
Tutto quello che ho imparato diventando mamma
e che non ti ho mai detto.
The Pozzolis Family
Mondadori, aprile 2019




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