On air again

11:08

Boom baby! Dopo quasi un anno dall'ultimo aggiornamento, eccomi di nuovo in onda su queste frequenze. Sì, sono ancora viva. Sì, ricordavo vagamente di avere un blog. No, essere costante non è assolutamente nella mia natura (se non si fosse ancora capito). Ho altri pregi, dai. Forse.




Un altro autunno è ormai iniziato e finalmente ce l'ha fatta ad avere la meglio sulla lunghissima estate 2018 che sembrava non volere finire più. Sarò monotona, dato che l'ho precisato anche nel post di un anno fa, ma a me l'autunno piace proprio. Bello il sole d'estate, il mare, girare in infradito e prendisole, bello tutto. Ma afa e zanzare dove le collochiamo nel quadretto idilliaco?! Adesso almeno ci sono solo le cimici. In attesa del bellissimo freddo invernale - quello da sciarponi e berretti di lana che farà morire anche loro - ci si può accontentare.


Ecco, questo è il punto in cui di solito un lettore si chiede se chi scrive arriverà anche a trattare qualche argomento di interesse, o se proseguirà ancora molto con inutili vaneggiamenti.

In realtà io volevo riempire questo post di riflessioni profonde su questioni esistenziali - no, non robe tipo da dove veniamo / dove stiamo andando / c'è vita dopo la morte, non scherziamo, le questioni esistenziali di una mamma bis sono molto più terra a terra - però dormire in media 4-5 ore a notte non aiuta il mio cervello a elaborare alcun tipo di riflessioni profonde. Le uniche riflessioni alla mia portata di questi tempi sono ben altre. Tipo le penso tutte pur di riuscire a tenere il mio mazzuccone appoggiato al cuscino per più di 4 ore a notte, ma nonostante i miei sforzi, ancora non ci sono riuscita.

Del resto, credo che le mamme un po' possano capirmi. Eh sì. Non lasciatevi ingannare da quelle super mamme che su Instagram postano solo foto di facciotte felici e sorridenti, corredate da didascalie perfette, che dipingono quadretti familiari altrettanto perfetti. Anche i loro figli fanno i capricci e non dormono la notte, proprio come i miei (almeno lo spero, se no sono figli finti e vorrei troppo sapere dove si comprano). Capisco bene che la tragedia greca inscenata da un treenne che non si  vuole rassegnare al fatto che le finestre di casa, quando si esce, vanno chiuse - sì, mi è successo - sia decisamente poco instagrammabile (e infatti non ne ho fatta menzione sui social). Però diciamoci la verità: anche i figli migliori, qualche volta, ti fanno uscire dai gangheri. Più di qualche volta, nel mio caso (non certo perché i miei figli siano peggio di altri, ma perché io ho un arcinoto carattere di merda, passatemi il francesismo). E capita che ti senti inadeguata, non adatta a fare la mamma. Ti sembra di sbagliare tutto. "E se non fosse il bene di mio figlio? Se fossi stata troppo dura? Se avesse bisogno di qualcosa che non riesco a dargli, semplicemente perché non capisco cosa sia ciò di cui ha bisogno?" Santo cielo quanto è dura a volte.

Poi arriva quel sorriso, quell'abbraccio. E tutti i dubbi se ne vanno. Non nel senso che improvvisamente e magicamente si sono risolti da soli, no. Solo che in quell'abbraccio non c'è spazio per i dubbi, devono rimanere fuori. Il potere dei figli è proprio questo: istruire noi genitori con la semplicità disarmante di una coccola improvvisata e un sorriso. Finito il momento di idillio, tutto torna (quasi) come prima: i figli fanno il diavolo a quattro, giorno e notte, e le madri - ne ho in mente una ben precisa, ma non facciamo nomi - si infuriano come iene.

Credo che questo mestiere chiamato mamma mi ci vorrà un po' per imparare a svolgerlo non dico bene, ma almeno in modo soddisfacente. Fino ad allora, non mi resta che fare del mio meglio, seppur con tutti i limiti che ho, e confidare nell'aiuto e protezione della mamma per eccellenza, Maria: piccola donna, grande, grandissima mamma, illumina il cuore di tutte le mamme e accompagnaci a scoprire passo dopo passo l'immensità della nostra vocazione!

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